Discesa agli inferi - IMMAGINI dell'INVISIBILE - Un itinerario ed un iNcontro nella Bellezza originaria

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Discesa agli inferi

Icona e Parola
Discesa agli Inferi
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Discesa agli inferi - Scuola di Novgorod - XV secolo - cm 90 x 56 - Museo di Storia ed Architettura, Novgorod

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Il brano del Vangelo di San Matteo: Mt 28, 1-10

Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l'angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto". Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: "Salute a voi". Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno".
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Breve lettura dell'icona

(dal libro di Angelo Vaccarella: Icone e Feste del Cilco Liturgico)

Il centro di questa icona è la figura del Cristo Risorto vestito di luce. Il Figlio di Dio, è raffigurato nell'atto di scendere (lembo svolazzante del manto) nelle fondamenta della terra, negli inferi, le cui porte erano chiuse per non permettere a nessuno di uscire di là. Sotto i suoi piedi si vedono le porte degli inferi spezzate in due, le serrature sono rotte, tutti i frammenti si possono contare sull'icona e simbolizzano la devastante catastrofe che è si è abbattuta sull'inferno. La Croce che Cristo ha nella mano sinistra è simbolo della vittoria sulla morte. Inginocchiati ai suoi due lati, vediamo Adamo (alla sua destra) ed Eva (alla sua sinistra) vestita di rosso, simbolo dell'umanità. Eva ha le mani coperte insegno di adorazione. Il Signore prende per il polso Adamo per portarlo via dall'inferno insieme ad Eva e agli altri personaggi. Egli ha pagato il debito di Adamo e ha redento l'umanità intera dalla colpa del peccato originale. Dietro Adamo scorgiamo alcuni personaggi: Davide ed il figlio Salomone, vestiti con abiti regali e più dietro Giovanni Battista e Daniele. Dietro Eva, invece, sono Mosè, con le tavole della legge tra le mani, poi Isaia con gli altri profeti che attendevano la liberazione definitiva.

I Padri

È più sorprendente la misericordia di Dio verso di noi, per il fatto che Cristo è morto, non per dei giusti né per dei santi, ma per degli iniqui ed empi; e non potendo, per la sua natura divina, subir la morte, nascendo da noi, prese quell'umanità che offrì per noi. Per bocca del profeta Osea una volta minacciò la nostra morte con la potenza della sua morte dicendo: Sarò la tua morte, o morte sarò il tuo morso, o inferno (Os 13,14). Morendo, infatti, subì le leggi dell'inferno, ma risorgendo le spezzò, e così infranse la perennità della morte, facendola, da eterna, temporale. Come, infatti, tutti muoiono in Adamo, così tutti risorgono in Cristo (1Cor 15,22).

Si faccia perciò quanto dice l'apostolo Paolo, o dilettissimi: Coloro che vivono, non vivano più per sé, ma per colui che per tutti è morto e risorto (2Cor 5,15); e poiché le cose vecchie son passate ed ora è tutto nuovo, nessuno rimanga nella vetustà della vita.
(Leone Magno, Sermo 59, 8)

Preghiera

O Dio, potenza immutabile e luce che non tramonta,
volgi lo sguardo alla tua Chiesa,
ammirabile sacramento di salvezza,
e compi l'opera predisposta nella tua misericordia:
tutto il mondo veda e riconosca che ciò
che è distrutto si ricostruisce,
ciò che è invecchiato si rinnova
e tutto ritorna alla sua integrità,
per mezzo del Cristo,
che è principio di tutte le cose,
e vive e regna nei secoli dei secoli.

(Missale Romanum, Vigilia Pascalis - Oratio post septimam lectionem)

Vigilia di Pasqua

La solennità della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo, viene preceduta dalla vigilia, madre di tutte le veglie cristiane. In questa Santa Notte, i catecumeni ricevevano il Battesimo, mentre i fedeli stavano in preghiera e ascoltavano la parola di Dio. La celebrazione della santa Messa, celebrata nelle prime ore del mattino, concludeva la veglia. La liturgia della Notte delle Notti si cominciò a celebrare nelle ore serali del sabato (VI secolo), poi, alle ore 3 del pomeriggio (IX secolo), e in modo definitivo nelle ore mattutine ( XIII secolo). Questo schema fu accettato come regola nel messale di san Pio V (1570). Pio XII, con la riforma liturgica, ristabilisce alla Vigilia pasquale la propria collocazione. Nel calendario liturgico, infatti, leggiamo: "L'intera celebrazione della Veglia pasquale si svolge di notte: essa quindi deve o cominciare dopo l'inizio della notte, o terminare prima dell'alba della domenica".

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